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Arriva Renzi in Sardegna, la casta locale stende tappeti rossi, il popolo mangerà brioche?

Roma, 29 luglio 2016 – “La Sardegna subisce da oltre 50 anni una grave penalizzazione in ragione delle servitù militari, che occupano oltre 35.000 ettari di territorio sottratto ad uno sviluppo più confacente e alla disponibilità dei sardi, ma questo poco importa al presidente Matteo Renzi, né pare interessare a gran parte della classe dirigente sarda, che oggi accoglierà il premier in Sardegna stendendo tappeti rossi”.

Così il senatore dei cinquestelle Roberto Cotti saluta l’arrivo nell’Isola del presidente del Consiglio Renzi. E aggiunge: “Mentre a Domusnovas, sempre oggi, una nutrita pattuglia di pacifisti ha manifestato contro la fabbrica delle bombe assassine della Rwm, chiedendone la riconversione verso produzioni civili e pacifiche, mentre negli anni, in Sardegna, è maturata nell’opinione pubblica e nella popolazione una coscienza critica di aperta e pacifica protesta verso quella che viene avvertita come una spropositata occupazione militare, Renzi spaccia un “Patto per la Sardegna” come pietra miliare per il rilancio della Sardegna: se la questione non fosse grave ci sarebbe veramente da ridere”.

renzi2Anche io – dice il senatore Cotti – ho voluto fare la mia parte in occasione della visita di Matteo Renzi. Per questo ieri ho depositato un’interrogazione parlamentare, a lui diretta (http://goo.gl/Ib28V4) che, tra vedere e non vedere (non sia mai che mi risponda tra qualche anno, come normalmente fanno i suoi ministri), cercherò di fargli arrivare anche a Sassari. Così il presidente Renzi non tornerà a Roma a mani vuote, anzi, potrà da subito pensare cosa rispondere ai seguenti 3 interrogativi:

  1. Cosa abbiano finora prodotto le intese, i patti e gli accordi stipulati in passato per la riduzione delle servitù militari e il trasferimento alla Regione Autonoma Sardegna di beni, strutture e infrastrutture dello Stato, e più specificatamente militari, quale sia la loro localizzazione, entità e volumetria;

  2. Quali siano i beni che, pur ricompresi negli elenchi di cui alle passate intese, patti e accordi, non sono stati trasferiti alla Regione Autonoma Sardegna, per quali ragioni e responsabilità;

  3. Se sussista un elenco di aree, beni e strutture dello Stato, e più specificatamente militari, che insistono nel territorio della Regione Autonoma Sardegna e che siano considerati non più connessi alle esigenze dello Stato e della difesa nazionale, ovvero dismettibili a favore della Regione Autonoma Sardegna, e quale sia il loro numero, localizzazione e volumetria.

Renzi, col suo Patto, promette la bellezza di 2,9 miliardi di euro di investimenti. Con la speranza che non siano, nuovamente, 2,9 miliardi di chiacchiere e distintivo, è certo però che l’Isola aspetta da troppo tempo che venga riequilibrato il peso delle servitù militari, perché queste, in oltre 50anni, hanno comportato danni all’Isola per importi nettamente superiori”.

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